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      E i giornali, veda, per me, i giornali sono una calamità in queste quistioni, tanto è il male che fanno; i giornali mi fanno paura: io glielo dico francamente, non per me, ma per l'interesse dell'amministrazione e della disciplina, mi fanno paura. Veda che ufficio è questo, caro signore, veda che responsabilità ho sulle spalle, veda che razza di conti ho da rendere al pubblico e alla mia coscienza.
      Detto questo, ansando, abbandonò un momento la nuca sulla spalliera del seggiolone.
      Un sinistro sospetto passò per l'animo del segretario: che il direttore non volesse parlare per non esser costretto a dirgli delle cose gravissime, di quelle che non si possono né scusare né attenuare. E levandosi in piedi per obbligarlo a dargli il colpo di grazia:
      - Insomma, - gli disse con voce commossa, ma risoluta, - mi dica, se sa qualche cosa, qualunque cosa sia. Quali informazioni può darmi della maestra Pedani? Gliele domando schiette e precise, anche in nome di mio zio.
      - Ma io... - rispose il direttore, - non so nulla. Una ottima insegnante. Questo glielo posso accertare. Quanto al resto...
      Don Celzani fece di tutta la sua persona un punto interrogativo.
      - Non c'è nulla da dire, - soggiunse il direttore.... che io sappia. Ci sarebbe... Ma non c'è. Mi spiego: ci sarebbe da dire quello che si può dire d'ogni bella ragazza.... che ha della gente attorno... forse; dei vagheggiatori. Lei m'intende.
      Don Celzani gli domandò se sapesse qualche cosa di positivo, s'ella avesse mai dato argomento a censure sulla sua vita privata, se non constasse nulla all'Autorità riguardo alla sua condotta nei comuni rurali dov'era stata.


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





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