.. del mio cuore: mi dà la sua parola d'onore che m'ha detto tutto quello che sa?
In quel punto entrò un usciere con un pacco di lettere e di stampe.
- Ma che vuol che le dia la mia parola, - rispose il direttore, rifiatando forte, - con questa farraggine di affari, lei vede, che non ho un minuto di respiro, e non so da che parte rifarmi, Dio buono! Tutto quello che potevo dire... ho cercato di dirglielo... e lei sa che sono affezionato allo zio. A rivederla, dunque, e... segua il mio consiglio.
Poi, per compensarlo, gli disse piano. - Una bella signorina, però! Oh, per questo, una gran bella signorina! - E lo spinse con bel garbo nel corridoio.
In conclusione, al povero don Celzani rimasero coi nuovi dubbi gli antichi timori, e tornò a casa cosí scontento, afflitto ed ansioso, che non si curò neppure d'andare a render conto della visita al commendatore. E il fatto che questi non gliene chiedesse conto, quella sera stessa, lo confermò nel sospetto ch'egli avesse lavorato sott'acqua a suo danno. E ne rimase sdegnato e angosciato. Ma quella divina bianchezza che aveva visto dall'abbaino gli brillava sempre davanti agli occhi come un focolare di luce elettrica e, a dispetto di tutto e di tutti, il suo amore divampava a quella visione più ostinato e più ardente.
Eppure, con quelle informazioni vacue del direttore, egli capiva bene che lo zio aveva un pretesto più che ragionevole per negargli il consenso che gli bisognava. Egli ne dovette convenire, benché non avesse perso ogni sospetto d'una macchinazione, quando ne parlarono insieme il giorno dopo.
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Dio Celzani
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