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      La mattina seguente, uscendo casa, trovò sul pianerottolo la Pedani, ferma con la sua cameriera, alla quale suggeriva certi esercizi ginnastici per curare i geloni. Il Baumann era stato il primo a trovare che la ginnastica fra i banchi poteva prevenire questo malanno. Essa la sapeva lunga sull'argomento.
      Alla vista del padrone, la cameriera rientrò, e quegli fece alla maestra il solito saluto scherzoso: - Abbasso la ginnastica!
      Essa rispose con lo stesso tuono: - Abbasso i fautori del linfatismo e della rachitide!
      L'ingegnere rise, e s'avviò con lei giù per le scale. Poi le domandò a bassa voce, soffermandosi: - Ma come mai lei può esser cosí tranquilla mentre c'è dei disgraziati che soffrono morte e passione per causa sua?
      Essa lo guardò fisso, e gli domandò: - Chi gliel'ha detto?
      - Colui che gliel'ha scritto.
      - In tal caso, - disse con indifferenza la maestra, - discorriamo d'altro,
      - Come! Nemmeno ne può sentir parlare? - domandò l'ingegnere. - Neppure un senso di pietà? A tal segno indurisce i cuori la ginnastica?
      No, essa rispose, non aveva il cuor duro: l'aveva occupato. Era dominata da una sola passione e aveva deciso di consacrarvi tutta la sua gioventù. In ogni caso, non avrebbe legato la sua vita se non ad un uomo che volesse dedicar la propria allo stesso scopo. E disse con semplicità: - Quello che sposerà me, farà della gran ginnastica.
      L'ingegnere rise sotto i baffi, e, squadrando la maestra con un'occhiata, disse: - Lo credo. - Poi domandò: - Dunque, il destino dello sventurato è irrevocabilmente deciso?


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





Pedani Baumann