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      E una mattina gli toccò una gran fortuna. L'asse era stata buttata da parte: egli uscí in tempo dall'uscio per rimetterla al posto mentre la maestra stava per passare, e lo fece con un atto violento per far vedere la sua forza. Ella non ne approfittò, superando il passo d'un salto, ma, nel saltare, strisciò col vestito la sua faccia china, producendogli l'effetto d'una sferzata voluttuosa, e lo ringraziò con un sorriso, che lo rese felice per più giorni. Fu una realtà o un'illusione?
      Dopo quel giorno, egli credette di veder nei suoi occhi qualche cosa di nuovo, un barlume di benevolenza, che gli parve il principio di un mutamento durevole; e cominciò a scrutar quel viso con ardore insolito, come un astronomo la faccia del sole, ora accertandosi, ora dubitando, tanto il mutamento era leggero. Poteva arrischiarsi a far la sua domanda? Era troppo presto? Ma che altro incoraggiamento c'era da sperare?
      Gli venne allora in aiuto l'ingegner Ginoni con una idea luminosa. Incontrandolo una sera in Via San Francesco: - Segretario amato, - gli disse, - se lei è un uomo fino, deve fare una cosa. C'è nelle vetrine del Berry una fotografia del barone Maignolt, quello che vinse a piedi, da Parigi a Versailles, un velocipedista famoso. La signora Pedani è grande ammiratrice del barone. Lei dovrebbe andar a prendere il ritratto e portarglielo. Che ne dice? Vedrà che farà colpo. Ma badi: non basta regalar le fotografie; bisogna emulare i fotografati. Faccia una corsa di resistenza da Torino a Moncalieri, e che ne parli la "Gazzetta del Popolo": avrà fatto di più che con dieci anni di sospiri.


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





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