Però, ecco la cosa: davvero io non ho vocazione pel matrimonio. Per le mie occupazioni ho bisogno d'esser libera; ho deciso d'esser libera. E poi.... ho ventisette anni: se avessi avuto altre inclinazioni, le avrei secondate da un pezzo. Cosícché... Insomma, io non so trovar delle frasi. Mi rincresce, la ringrazio: ecco tutto. Favorisca la ricevuta.
A quelle parole l'amore trafitto urlò, e la naturalezza gli venne.
- Ah no, signorina, no! - esclamò don Celzani agitandosi. - Lei dice cosí perché non sa. Non sono come gli altri, io; cosa crede? Io le voglio bene sul serio, è un pezzo che peno, non vedo altro, io: come si fa? Dice: voglio esser libera. Che m'importa, a me? Non sarei mica un padrone. Ah, lei non mi capisce: io sarei il suo servitore, non pretenderei nulla, non son niente, starei sotto i suoi piedi, sarei troppo felice, matto! Lei non mi conosce, come sono, che mi fa perder la testa, che le darei il mio sangue e la salute dell'anima... Dio grande! Non mi dica di no! Abbia misericordia d'un galantuomo!
E ciò dicendo allargò le braccia e si chinò davanti a lei, sollevando il viso supplichevole, come il Sant'Antonio del Murillo davanti al Bambino.
La maestra, maravigliata di tanto calore di passione in quell'uomo, lo guardò un momento, diede un'occhiata all'uscio, e lo tornò a guardare, con una vaga espressione di rammarico. Pareva che pensasse: "Peccato ch'egli non sia un altro!" - Ma capí subito che il suo silenzio poteva essere male interpretato, e s'affrettò a dire, col tuono più amichevole che le fu possibile:
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Celzani Sant'Antonio Murillo Bambino
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