Pagina (83/133)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - No, ho sbagliato, - rispose il segretario, - l'altalena di salvataggio, veramente, si dovrebbe lasciare. Infatti, che pericolo c'è?... Qualche piccolo storcimento, alla peggio. Siamo d'accordo anche su questo.
      - Siamo dunque d'accordo su tutto! - esclamò la maestra, soddisfatta. - Dico bene, che non si può aver buon senso e pensarla altrimenti -. Poi, ripresa dalla curiosità, mentre eran già sotto il portone, gli domandò con un sorriso singolare: - È un pezzo che s'è dedicato a questi studi?
      Il segretario arrossí e fece un gesto indeterminato, senza dir nulla. Ma dopo quel giorno ritornò sull'argomento ad ogni incontro, Il commendatore possedeva dei libri di ginnastica, avuti in dono dagli autori, durante il suo vice-assessorato dell'istruzione pubblica, dei pacchi di numeri del "Ginnasta aretino", che gli aveva mandato anni addietro un amico toscano: don Celzani leggeva ogni cosa, per prepararsi certe domande e certe risposte, e cosí poteva sostener la conversazione. Aveva finalmente trovato il gancio e ammirava la perspicacia dell'ingegnere. Ora, quand'eran su quei discorsi, la maestra si soffermava ogni quattro scalini, ed egli aveva cosí un agio delizioso di ammirarla, come non l'aveva mai avuto, e imparava a memoria tutte le pieghe, tutti i bottoni, tutte le fettucce di quel terribile vestito color marrone; scopriva dei piccoli movimenti abituali di lei, che non aveva mai osservati, studiava i suoi denti bianchi uno per uno, faceva con l'occhio dei veri viaggi d'esplorazione intorno alle sue forme, cosí profondamente assorto alle volte in quelle indagini amorose, che dimenticava di rispondere, o rispondeva a casaccio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





Celzani