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      Ed egli la guardò, estatico, preso da un sentimento strano e doloroso, come se fosse già lontanissima da lui, di là da un immenso fiume, sul culmine d'una collina, dietro alla quale dovesse sparire per sempre.
      Quando ella si mosse col suo drappello di maestre, il segretario si nascose dietro un pilastro. E di lí vide una scena inaspettata. Mentre la Pedani stava per metter piede fuor del portone, le comparve davanti la maestra Zibelli e le gittò le braccia al collo piangendo, e la baciò più volte con ardore. Don Celzani non udì le sue parole, ma comprese cosí per nebbia che era stata vinta, e che veniva, mossa da un impulso del cuore, a render le armi, e a chieder perdono di qualche cosa. La Pedani l'abbracciò e quella s'allontanò subito, voltandosi a mandarle un saluto appassionato con la mano.
      La Pedani uscí sulla strada, ed egli la seguitò, a molta distanza.
      Andava innanzi lentamente, preceduta, fiancheggiata, seguita da uno stuolo di maestre giovani, i satelliti consueti dei trionfatori, che le facevano intorno un cicaleccio festoso, avvertendola di scansar le carrozze e lanciando occhiate qua e là, come per attirar su di lei l'attenzione dei passanti. Tratto tratto una di esse s'accomiatava, un'altra sopraggiungeva e s'univa al gruppo. Svoltarono in via Santa Teresa, e tirarono avanti, a destra; il povero Celzani sempre dietro.
      Sí, la voleva vedere fin che avesse potuto: poi sarebbe andato a prender la sua roba e partito da Torino. Per dove? Non sapeva. Per Genova, forse, per imbarcarsi.


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





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