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      Fece la strada di corsa, entrò nel cortile, si mise dietro a un pilastro, e la vide avviarsi verso la porta interna e salire a passi lenti, voltandosi ogni tanto a guardare indietro, come se le paresse d'avere smarrito qualche cosa o rimpiangesse la compagnia che l'aveva lasciata, e sentisse ripugnanza, dopo quel trionfo clamoroso fra tanta gente, a ritornare in casa cosí sola per quella scala nera e solitaria.
      Le andò dietro in punta di piedi, adagio adagio. Quando fu al secondo pianerottolo, non poté più reggere, si slanciò su, la raggiunse. Essa si voltò, si trovaron di fronte l'una all'altro nel buio, lei sopra uno scalino più alto.
      - Il signor Celzani? - domandò la maestra.
      Egli ruppe in un singhiozzo, e mormorò: - Son venuto a dirle addio!
      Ma non aveva finito di dirlo, che si sentí una mano vigorosa sulla nuca e due labbra infocate sulla bocca, e nella gioia delirante che lo invase in quell'immenso paradiso oscuro dove si sentí sollevato come da un turbine, non poté cacciar fuori che un grido strozzato:
      - Oh!... Dio grande!
     
     


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Amore e ginnastica
di Edmondo De Amicis
pagine 133

   





Celzani