Altri, pure riconoscendo la importanza del movimento socialista in Europa, vi dicono: - Non ve ne date pensiero, perchè il nostro paese ne è fuori - e ripetono la sentenza pronunziata l'anno scorso alla Camera da un illustre pensatore, a parer del quale, per ragion dell'indole e delle condizioni proprie del popolo italiano, ci vorranno più secoli prima che il socialismo metta larghe radici fra di noi.
Non credete neppure a costoro. Come se intorno all'Italia ci fosse, la gran muraglia del Celeste Impero, come se il socialismo dottrinale e popolare che ci venne tutto in questi ultimi anni dal di fuori non dovesse continuare a discendere per le stesse vie per le quali è entrato! Sarà vero che la quistione sociale in Italia sia agraria principalmente, come tra i nostri fratelli latini d'occidente, e che anche sotto questo aspetto, per la costituzione particolare del nostro suolo, essa non sia della natura medesima che in altri paesi; ma non scema l'importanza e l'urgenza della quistione per la singolarità della sua natura.
Certo v'è terreno men preparato al socialismo fra noi, perchè v'è più bassa che altrove la coltura del popolo, perchè v'è appena nascente la grande industria, perchè in più di mezzo il paese, come gli stessi socialisti riconoscono, il ceto operaio come ente collettivo non è ancor nato e nell'altra metà è nato appena. Ma non dobbiamo credere che non esista l'esercito perchè, invece di esser serrato in colonne, è sparso in tiragliatori, nè che mancanza di organamento voglia dir mancanza d'elementi, nè che non vi son le passioni perchè mancano o sono informi le idee.
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