Ed è già questo un effetto benefico, che nessun lavoratore può disconoscere, della festa del primo Maggio.
E noi più che gli altri siamo indotti a meditare, noi che abbiamo una visione più larga e più netta di quello che accade in questo giorno sulla faccia della terra. Noi pensiamo che in quest'ora stessa, in centinaia di città, in villaggi innumerevoli, altre migliaia di oratori stanno dicendo, in dieci lingue diverse, ad altre migliaia d'adunanze come questa, le stesse cose ch'io sto per dire a voi; noi vediamo nei grandi sobborghi di Berlino, di Parigi e di Bruxelles, nell'Hyde-Park a Londra, nel Prater a Vienna, nel Buon Retiro a Madrid, nel parco Cismigiu a Bucarest, nello square dell'Unione a Nuova York, nelle vaste piazze delle nuove città dell'Australia, dove il I Maggio è già una festa ufficiale in più Stati, vediamo per tutto legioni di lavoratori, che in forma d'assemblee, di processioni, di cortei simbolici, di feste campestri e di canti solenni esprimono tutti una sola idea e una sola speranza; e a questa visione ci si commove l'anima come davanti a uno degli spettacoli più maravigliosi di cui ci dia esempio la storia.
E quale anima potrebbe rimaner chiusa e fredda all'udir le parole che s'alzano da quei milioni di cuori? - Sia affrancato e onorato il lavoro e diventi una legge per tutti. - Siano confederati gli uomini nella lotta contro la natura e abbia tregua la lotta feroce per l'esistenza fra uomo e uomo. - Cadano le barriere che dividono ogni nazione in due popoli, e si diffondano egualmente nelle moltitudini, come la luce nell'aria, i benefizi della civiltà, che sono frutto dell'opera comune.
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