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      Non si feconda una vasta terra portandovi l'acqua ad orciòli: ma spandendovi per una rete di larghi canali l'onda inesauribile della montagna. La tua carità non può nulla per i milioni di uomini a cui è intercettata legalmente, per forza delle cose, una troppo gran parte dei frutti del loro lavoro! è impotente davanti al grande fatto della disoccupazione, prodotto dalle crisi disastrose, che derivano dall'anarchia della produzione; e può far meno ancora per quella grande moltitudine lavoratrice, alla quale il pane non manca, ma che domanda una diminuzione di fatica, un'educazione civile, un posto più onorato nel mondo, a cui non ha meno diritto che al pane.
      No, i rimedii che ti consiglia il cuore non bastano; occorre che tu dia l'opera della tua ragione. Vieni con noi, poichè il tuo cuore è buono e senza lasciare l'opera della carità, domanda con noi la giustizia; solleva i miseri, ma lavora tu pure a sradicar la miseria; conforta i vinti, ma aiutaci a preparare una società in cui, per quanto lo concedono la natura e la fortuna, non ci siano più nè vinti nè vincitori.
     
      Diciamo al ricco: - Se ti dice la ragione che è giusta la nostra causa, e ti trattiene dall'abbracciarla il timore di affrettare per te e pei tuoi figli la perdita della ricchezza, tu vivi in un inganno. Proseguendo così le cose, non sarà il socialismo che ti toglierà il tuo bene; saranno le catastrofi politiche e finanziarie a cui conducono inevitabilmente il militarismo, la guerra, il debito, il disordine, inseparabili dall'ordinamento sociale che difendi.


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La quistione sociale
di Edmondo De Amicis
Istituto Editoriale Italiano Milano
1917 pagine 65