Questi Ricordi di Edmondo De Amicis furono pubblicati, nella Nuova Illustrazione Universale, che incominciò quest’anno a Milano le sue pubblicazioni. Piacquero tanto per l’esattezza e freschezza delle descrizioni, per le impressioni rese con quel calore e colore che l’autore della Vita Militare dà a tutti i suoi scritti, che da ogni parte ci veniva la domanda di farne un volume a parte. Questo desiderio era pure il nostro; ma ci fu da vincere la modestia dell’autore, il quale finì col cedere alle nostre istanze al patto espresso che si avvertisse il lettore come coteste pagine fossero destinate a giornale e scritte per giornale, e non vogliono perciò essere giudicate come libro. Ecco dato l’avviso: ma siamo certi che al lettore parrà che anche questa volta al De Amicis è venuto fatto senza volerlo un bellissimo libro. Non è dal numero delle pagine che si apprezza il valor letterario.
Per amor di contrasti ci è piaciuto accoppiare ai Ricordi del De Amicis quelli del Simonin. Lo scrittore italiano visitava per la prima volta la metropoli inglese: fu sbalordito da tutto ciò che ivi è grandioso, maestoso, ammirabile. Si sentì quasi rimpicciolito, e lo dice.
Ecco il rovescio della medaglia. Il viaggiatore francese è andato a vedere il brutto, la miseria, lo squallore. Accompagnato dalla polizia, ha visitato i quartieri poveri e li descrive in modo da mettere i brividi spesso, da impietosire sempre. È un terribile schizzo di costumi, preso sul vivo.
Così le due descrizioni si completano; e si direbbe che abbiamo le due faccie, non di una metropoli, ma dell’intera umanità.
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