Si passa accanto al grande parco di Battersea. Poi è un seguito di stazioni, di gallerie, di opifici circondati da centinaia di case d’operai, che formano come dei villaggi dentro la città: tutte le case d’una sola forma e d’un solo colore, ciascuna col suo piccolo orto, e sciami di bambini da ogni parte. Poi altri parchi, ossature di edifici enormi, abbozzi di piccole città che saranno finite e popolate fra mesi, magazzini, giardini, castelli, cimiteri, e fin dove arriva la vista, grandi mucchi di materiali da costruzione che predicono altre città di là da venire. Sotto i tunnel, sulle travi delle tettoie, fin sui comignoli, fin sugli alberi, fin sulle prode della via, una prodigiosa diffusione di annunzi ciarlataneschi, che fanno a soverchiarsi l’un l’altro come grida di venditori in un mercato, e danno al luogo l’aspetto fantastico d’un bazar che copra una intera provincia.
Chiesa e Piazza di San Paolo
Finalmente si vede sulla cima d’un colle la mole enorme del palazzo di cristallo, che mostra a tutta la contea di Kent la maestà delicata delle sue vôlte trasparenti.
Dentro, è una sola immensa sala, un piccolo mondo. A primo aspetto non si raccapezza nulla. Da un cortile si riesce in un caffè, da un caffè in un bazar, da un bazar in un giardino, da un giardino in un museo. In mezzo ai cipressi, agli allori, agli aloè, alle palme, a tutte le piante pompose della zona torrida, allungano il collo le giraffe e levan la testa le statue di Michelangelo. Fra le sfingi d’un cortile egiziano, si vede lontano una casa greca col gruppo di Laocoonte e la Venere di Milo.
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