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      Dalla casa greca s’entra in una casa romana, di qui si sprofonda lo sguardo nelle stanzine misteriose dell’Alhambra, e dall’Alhambra si vede dentro il cortile d’una casetta di Pompei. S’esce, si passa in mezzo a gruppi di leoni e di tigri che s’addentano, fra due file di aquile e di pappagalli, e si riesce in un cortile bizantino, dal quale, per una sfilata di porte, si vede un cortile d’una casa del medio evo, la sala d’un palazzo del Rinascimento, la cappella d’una chiesa gotica. Si va oltre fra i monumenti sepolcrali, le fontane, le porte istoriate, e tutti i capolavori della scultura moderna, e si giunge in mezzo a una folla di gente alla porta d’un teatro dove si rappresenta il Trovatore. Un po’ più oltre, da un lato si vede un’orchestra capace di tre mila artisti, sotto una mezza cupola, larga due volte quella della cattedrale di San Paolo; e dal lato opposto un palco scenico dove un professore dà lezione di matematica. Si passa davanti a teatri di commedia, a camere oscure, a circhi, si entra in un labirinto di grandi bazar in forma di templi e di chioschi, nei quali sono esposti i più splendidi prodotti dell’industria di tutti i paesi, dal Cairo a Birmingham e da Parigi a Pekino. Si trascorre per corridoi di biblioteche, in mezzo a lunghe file di pianoforti, di carrozze, di mobili, di vasi di fiori, e si va a smarrirsi fra gli alberi e le caverne d’un bosco popolato di selvaggi d’Africa e d’Oceania, sparsi alla caccia delle fiere, o raccolti a famiglie intorno ai focolari, o appostati dietro i sassi nell’atto di pigliarci di mira colle freccie.


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Ricordi di Londra
di Edmondo De Amicis
Treves Milano
1874 pagine 86

   





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