Ivi languisce nell’ozio una gioventù squallida, ragazze e ragazzi senza genitori, figli della fogna, invecchiati prima del tempo per l’avvilimento morale, l’abbandono e la fame.
La posizione di questi quartieri classici della miseria, ai quali bisogna aggiungere quello di San Giorgio East, li isola, per così dire, in piena Londra. Essi trovansi all’estremità orientale della gran metropoli, terminati da un lato, al sud, dal Tamigi, o, se vuolsi, dalla Torre di Londra, il porto e i docks, e dall’altro lato, all’ovest, dalla Città (la City), questo centro tortuoso degli affari.
Londra è la città dei contrasti. Molto a proposito si è detto che nella capitale dei tre regni v’hanno soltanto ricchi e poveri. Accanto alla City, verso i punti dove affluiscono tutti i tesori del mondo, nelle vicinanze della Dogana, della Banca, della Zecca, dei Docks sono i quartieri più miserabili dell’immensa città.
Piccoli vagabondi dormienti.
All’est ed al nord, i confini di questi quartieri sono indecisi: essi terminano dove termina la miseria. Al nord, la miseria si prolunga, e si può dire che Bethnal Green continua tristamente White Capel.
Noi avevamo dunque materia per un’esplorazione completa, anzi per una specie d’inchiesta, se era necessario; ma volemmo prima scandagliare il terreno come soldati in campagna.
Tutti ci dicevano non essere prudente lo slanciarsi così all’improvvista in questi quartieri lontani, sì poco visitati dalla gente onesta: l’avventurarsi con leggerezza, foss’anche di pieno giorno, in labirinti senza uscita, conosciuti dai soli frequentatori, e dai quali non saremmo usciti che completamente svaligiati.
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