Chi potrebbe dire tutto ciò che vedemmo in questo giorno memorabile, che avrà fatto epoca per White Chapel, ciò che vedemmo, dico, sfilare di miseria, di degradazione, in quella folla tanto svariata, che recavasi, curiosa ed inquieta, al funerale di una ragazza di mala vita, immolata dal suo amante?... Chi potrebbe dipingere una processione di volti sparuti, pallidi, ebeti, selvaggi?... Giammai Omero, facendo l’enumerazione dei suoi guerrieri greci, non diede una lista che possa eguagliare questa in lunghezza, giammai la matita di Callot non dipinse pezzenti così veri, così poco vestiti come i nostri.
II.
Il Principe di Danimarca; gli invitati pagano al caffè-danzante. — Pensione di marinai. — Dormitorio di operai. — La taverna dei ladri. — Un pick-pocket espansivo. — Locande ignobili. — Un prestigiatore che cangia l’argento in rame. — Quadri notturni. — Tre poverette. — Una prigione bene abitata. — Colpo d’occhio sul Tamigi. — Haymarket a mezza luce. — Londra miserabile ed i suoi visitatori. — Rimedi contro il pauperismo.
Il giorno appresso, all’ora fissata, noi eravamo alla stazione di polizia di Leman Street, dove l’ispettore Price ci aspettava. Egli avea con sè due agenti vestiti alla borghese ed un terzo coll’assisa ufficiale: cappello di tela cerata, abito nero a bottoni d’argento, calzoni neri, e sotto la manica dell’abito la bacchetta sacramentale, lo staff, che caratterizza il policemen. Ognuno di questi signori era inoltre munito di una di quelle lanterne cieche che si nascondono sotto i vestiti: arnese prezioso senza del quale il constabile non cammina mai la notte a Londra.
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