«La maggior parte dei moralisti inglesi considerano, e con ragione, il gran numero dei low lodging houses come scuole di vizio e antri di immoralità. Ed alcuni di loro credettero perfino vedere nell’esistenza di queste case un ostacolo invincibile allo sviluppo ed al miglioramento delle classi povere. L’agglomerazione di individui in camere prive d’aria, la confusione dei sessi almeno nelle cucine, i cattivi esempi e i cattivi insegnamenti, esercitano certissimamente un’influenza perniciosa sulla salute e sul morale del viaggiatore.
«In questi recessi di coabitazione notturna, si trovano alla rinfusa delle ragazze di quindici anni e dei fanciulli divisi dalle loro famiglie. Sopprimere queste case sarebbe una misura incompatibile colle nozioni degli Inglesi sul diritto di proprietà e sulla libertà individuale; non bisogna neppure pensarci. Tutto ciò che si potrebbe fare sarebbe di contrapporvi dei ricoveri notturni, dove il povero trovasse dei vantaggi notevoli. La carità britannica è già entrata in questa via; ma vi sono degli ostacoli da vincere, ed uno di questi ostacoli è la catena delle abitudini.»
Volete ora vedere come la penna realista di Teofilo Gautier, sempre così giusto osservatore, dipinge i pezzenti britannici? «Il popolo di Londra, ci dice l’illustre scrittore, si veste dal rigattiere, e di degradazione in degradazione il vestito del gentlemen finisce sulle spalle dello spazzafogne, ed i cappellini di raso della duchessa sulla testa d’una ignobile serva. Perfino in Saint-Gilles, in questo triste quartiere degli Irlandesi che in povertà sorpassa tutto ciò che si può immaginare di orribile e di sporco, si vedono dei cappelli e dei vestiti neri portati per lo più senza camicia, e abbottonati sulla pelle che si vede attraverso gli squarci.
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