Che cara soddisfazione! E ne provo un’altra subito nella sala vicina incontrando il viso onesto e benevolo del Monteverde il quale mi accompagna fino alla frontiera d’Italia. E di là vo innanzi nelle sale della pittura straniera, dove il cielo si rannuvola e l’aria si raffredda. La Svezia e la Norvegia hanno dipinto i loro crepuscoli melanconici, mattinate grigie di autunno, chiarori strani di luna su mari strani, e pescatori e naufragi in cui si mostra maggiore dell’arte l’amore dolce e profondo della patria, colorato d’un sentimento di tristezza virile: centocinquanta quadri dominati tutti dai «Soldati svedesi che portano il cadavere di re Carlo XII» giù per la china d’una via solitaria, nella neve, sanguinosi, tristi, superbi; bel quadro semplice e solenne dell’Oederstrom, concepito da un’anima di poeta e sentito da un cuor di soldato. Seguono gli Stati Uniti. Il colosso dalle cento teste ha ancora la sua grossa mano di lavoratore un po’ restìa al pennello. Io non ricordo che la risata della bella donna dell’Hamilton, e le faccie buffe dei ridacchioni del Brown. Il più degli altri quadri tradiscono i pittori scappati di casa, che hanno rifatta la pelle a Parigi, a Dusseldorf, a Monaco, a Roma, – e preso il colore – ma dilavato – della nuova patria. E subito dopo, la Francia... che ha messo il mondo a soqquadro. La storia, la leggenda, la mitologia, il cristianesimo, l’epopea napoleonica e la vita mondana, il ritratto, la miniatura e il quadro smisurato; l’audacia pazza e la pedanteria fradicia; c’è ogni cosa; ma sopra tutto una ricchezza grande d’invenzione e di pensiero, che rivela l’aiuto potente d’una letteratura immaginosa e popolare, d’un sentimento drammatico vivo e diffuso, e della vita varia, piena, appassionata, tumultuosa d’una metropoli enorme.
| |
Monteverde Italia Svezia Norvegia Carlo XII Oederstrom Stati Uniti Hamilton Brown Parigi Dusseldorf Monaco Roma Francia
|