Pagina (98/192)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      — Ernani mi disse: — Sali! — Gennaro mi gridň: — Suona! — E suonai. – Dio eterno! Mi parve di sentir sonare a distesa, per un quarto d’ora filato, la gran campana di Notre Dâme, e stetti lŕ trepidante come se quel suono dovesse aver messo sottosopra mezza Parigi. Finalmente nello stesso punto sentii l’impressione d’un pugno nel petto e vidi spalancarsi la porta. Mi trovai dinanzi una governante, una bella donna, vestita con garbo. In un angolo dell’anticamera due servitori lucidavano dei candelieri d’argento. Per una porta aperta si vedeva in un’altra stanza una tavola mezzo sparecchiata, con un giornale nel mezzo, Cose insignificanti e indimenticabili.
      Domandai alla governante con una voce da tenore sgolato se stava lŕ Vittor Hugo. Mi rispose di sě, con un’indifferenza, anche lei, che mi fece gran meraviglia. Domandai se avrebbe potuto ricevermi. Mi rispose che era ancora a letto. Io rimasi lŕ, senza parola, scombussolato. L’idea di aver da fare un’altra volta l’ascensione di quella montagna, mi sgomentava. Ma la governante doveva esser abituata a veder dei giovani presentarsi cosě, col viso un po’ alterato, alla porta del suo padrone, e a indovinare dal viso il sentimento che li moveva; perchč mi diede un’occhiata tra sorridente e pietosa, come se volesse dire: — Ho capito! Sei uno dei tanti — e soggiunse con un accento benevolo: — Credo perň che sia svegliato.... posso domandargli quando la potrŕ ricevere — e senza darmi tempo di rispondere, disparve. A me pareva di sognare o di essere briaco.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Ricordi di Parigi
di Edmondo De Amicis
Treves Milano
1879 pagine 192

   





Dio Notre Dâme Parigi Cose Vittor Hugo