E convien dirlo: l’amico trovato là, il buono e schietto Francese, vale veramente per due. In nessun altro Europeo trovate un’armonia più amabile della mente, del cuore e delle maniere. Fra l’amicizia più espansiva che profonda degli europei meridionali o quella profonda, ma chiusa, dei nordici, preferite la sua, calda e forte ad un tempo, e piena di giocondità e di delicatezze. Com’è bello, quando s’è stanchi del tumulto della grande città, la sera, andare sull’altra riva della Senna, in una strada silenziosa, a ritrovare la piccola famiglia tranquilla, che vive come in una isoletta in mezzo a quel mare turbolento! Che care accoglienze vi ricevete, che schietta giovialità trovate a quella mensa signorilmente modesta, e come vi riposa il vostro spirito! Parigi stessa vi offre mille scampi ai suoi pericoli e mille rimedi alle sue febbri. Dopo le notti ardenti vi slanciate con un piacere inesprimibile a traverso ai suoi bellissimi boschi, per i sobborghi ridenti della Senna, dove trovate l’allegria delle feste campagnole, e nei suoi vasti giardini, in mezzo a un formicolìo immenso di fanciulli; o per una di quelle sue avenues enormi e solitarie, in cui il cuore e il pensiero s’allargano, e l’immagine trista della Babilonia dei boulevards vi appare infinitamente lontana. E per tutto trovate un popolo che più si studia, più rivela dei difetti; ma in cui ogni difetto ha per riscontro una qualità ammirabile. È un popolo frivolo, ma in cui una parola nobile e risoluta trova sempre un eco.
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