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      E lei, se è lecito?"-"Io," disse egli con molta gravità, "viaggio per amore."-"Per amore?"-"Per amore!" e mi raccontò, non richiesto, una lunga storia d'una passione amorosa osteggiata, d'un matrimonio fallito, di rapimenti, di duelli, di non so che altro; per venire a concludere che viaggiava per distrarsi, e dimenticare la persona amata. E cercava in fatti di distrarsi quanto poteva, perchè in tutte le osterie in cui entrammo da quella prima fino a Gerona, non fece che stuzzicare le serve, sempre con molta gravità, convien dirlo, ma anche con un'audacia che il desiderio di distrazione non bastava a giustificare.[6]Alle tre dopo mezzanotte arrivammo alla frontiera.-Estamos en España!-gridò una voce; la diligenza si fermò; l'inglese ed io balzammo di nuovo in terra, e c'infilammo con molta curiosità in una piccola osteria, per vedere i primi figli della Spagna fra le pareti di casa loro. Trovammo una mezza serqua di doganieri, l'oste, la moglie e i figliuoli, seduti intorno a un braciere; ci rivolsero subito la parola; io feci molte domande, e mi risposero in un modo brioso ed ingenuo, che non credevo di trovar nei Catalani, dipinti nei dizionarii geografici come gente dura e di poche parole. Domandammo che ci fosse da mangiare: ci portarono il famoso chorizo spagnuolo, una specie di salcicciotto arcipieno di pepe, che brucia le viscere; una bottiglia di vino dolce, un po' di pan duro. "Ebbene, che fa il vostro re?" domandai a un doganiere, dopo ch'ebbi sputati i primi bocconi.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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