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      Intesi altri parlare confusamente di Cortes, di ministri, di ambizioni, di tradimenti e d'altre cose terribili. Una sola persona, una ragazza d'una trattoria di Figueras, saputo che ero italiano, mi disse sorridendo: "Ahora tenemos un rey italiano." E dopo poco, andandosene, soggiunse con graziosa semplicità: "A mi me gusta."
      Arrivammo, ch'era ancor notte, a Girona, dove re Amedeo, accolto, a quanto si dice, festosamente, pose una lapide nella casa abitata dal generale Alvarez[8] durante il celebre assedio del 1809; attraversammo la città che ci parve immensa, pieni di sonno com'eravamo, e impazienti di buttarci a dormire in un carrozzone della strada ferrata; giungemmo finalmente alla stazione, e allo spuntar dell'alba partimmo per Barcellona.
      Dormire! Era la prima volta ch'io vedeva levarsi il Sole sulla Spagna: come potevo dormire? Mi affacciai a un finestrino, e non ritirai più la testa fino a Barcellona. Ah! nessun diletto può star a fronte di quello che si prova entrando in un paese sconosciuto, coll'immaginazione preparata a veder cose nuove e mirabili, con mille ricordi di fantastiche letture nel capo, senza pensieri, senza cure! Inoltrarsi in quel paese, spaziar collo sguardo, avidamente, da ogni parte, in cerca di qualche cosa che vi faccia capire, quando non lo sapeste, che ci siete; riconoscerlo, a poco a poco, qui in un vestito d'un contadino, là in una pianta, più oltre in una casa; vedere, via via che si va innanzi, spesseggiare quei segni, quei colori, quelle forme, e paragonare ogni cosa coll'immagine che ce n'eravamo formata prima; trovare un pascolo alla curiosità in tutto ciò che ci cade sott'occhio, o ci giunge all'orecchio: nei visi della gente, nei gesti, negli accenti, nei discorsi; gettare un oh! di stupore a ogni passo; sentire che la nostra mente si dilata e si rischiara; desiderar insieme di arrivare presto e di non arrivar mai, affannarsi per veder tutto, domandar mille cose ai vicini, far lo schizzo d'un villaggio e abbozzare un gruppo[9] di villani; dire dieci volte all'ora: "Ci sono!


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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