Pagina (22/422)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Il basso popolo, però, repubblicaneggia, e come ha la reputazione di essere più pronto ai fatti di quello che non sia largo a parole, è temuto. Quando in Spagna si vuol sparger la voce d'una prossima rivoluzione, si comincia sempre dal dire che scoppierà a Barcellona, o che sta per scoppiarvi, o che v'è scoppiata.
     
      I catalani non vogliono esser messi a mazzo cogli Spagnuoli delle altre provincie; siamo Spagnuoli, dicono, ma, intendiamoci, di Catalogna; gente, vale a dire, che lavora e che pensa, e all'orecchio della quale è più gradito il rumore degl'ingegni meccanici che il suono delle chitarre. Noi non invidiamo all'Andalusia la fama romanzesca, le lodi dei poeti, e le illustrazioni dei pittori; noi ci contentiamo di[25] essere il popolo più serio e più operoso della Spagna. Parlano in fatti dei loro fratelli del mezzogiorno, come i piemontesi parlavano una volta, ora meno, dei napoletani e dei toscani: "sì, hanno ingegno, immaginazione, parlan bene, divertono; ma noi abbiamo per contrapposto maggior vigore di volontà, maggiore attitudine agli studi scientifici, maggior istruzione popolare.... e poi.... il carattere...." Intesi un catalano, un uomo chiaro per ingegno e dottrina, lamentare che la guerra d'indipendenza avesse troppo affratellato le diverse provincie di Spagna, ond'era seguìto che i catalani contraessero una parte dei difetti dei meridionali, senza che questi acquistassero nessuna delle buone qualità dei catalani. Siamo diventati, diceva, mas ligeros de casco, più leggeri di testa, e non se ne sapeva dar pace.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





Spagna Barcellona Spagnuoli Spagnuoli Catalogna Andalusia Spagna Intesi Spagna