Qui il prete prese la parola per dirmi che il padre di quel ragazzo aveva vissuto parecchi anni a Napoles. Mentre io mi volto verso il mio piccolo catalano per attaccar discorso, un maledettissimo fischio, e poi un maledettissimo grido di:-Olesa,-che č il villaggio dal quale si va al monte, mi taglia la parola in bocca. Il prete mi saluta, i ragazzi si precipitano fuori, il treno riparte. Io misi la testa fuor del finestrino per salutare il mio piccolo amico:
Buona passeggiata!" gli gridai, e lui spiccicando le sillabe: "A-di-o!" Qualcuno ride a sentir rammentare queste bazzecole: eppure sono i pił vivi piaceri che si provin nei viaggi![35]Le cittą e i villaggi che si vedono nell'attraversar la Catalogna alla vólta dell'Aragona, son quasi tutti popolati e floridi, e circondati di case industriali, di opifici, di edifizi in costruzione, onde in ogni parte si vedono sorgere di lą dagli alberi dense colonne di fumo, e ad ogni stazione č un via vai di contadini e di negozianti. La campagna č una successione alternata di colte pianure, di amene colline, di vallette pittoresche, coperte di boschi e dominate da vecchi castelli, fino al villaggio di Cervera. Qui si cominciano a vedere ampie distese di terreno arido, con poche case sparpagliate, che annunziano la vicinanza dell'Aragona. Ma poi, all'improvviso, si entra in una ridente vallata, coperta d'oliveti, di vigneti, di gelsi, di alberi fruttiferi, sparsa di villaggi e di ville; si vedon da un lato le alte cime dei Pirenei, dall'altro le montagne aragonesi; Lerida, la gloriosa cittą dai dieci assedii, schierata lungo la sponda della Segra, sul pendio d'una bella collina; e tutt'intorno una pompa di vegetazione, una varietą di prospetti, un colpo d'occhio stupendo.
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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