Pagina (56/422)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il loro valore, per lui, non è che fanatismo feroce, o vana manìa guerresca di contadini stanchi della vita uggiosa dei campi, e di monaci ristucchi della solitudine della cella; la loro eroica ostinazione è testardaggine; il loro amor di patria, orgoglio stolto. Essi non morivano pour cet idéal de grandeur che animava il coraggio dei soldati imperiali! Come se la libertà, la giustizia, l'onore d'un popolo, non fossero qualcosa di più grande che l'ambizione d'un Imperatore, che lo fa assalire a tradimento e lo vuol governare colla violenza!... Tramontava il sole, le torri[63] e i campanili di Saragozza erano illuminati dagli ultimi raggi, il cielo era limpidissimo; volsi ancora uno sguardo intorno per imprimermi bene nella memoria l'aspetto della città e della campagna, e prima di voltarmi per scendere, dissi al custode che mi guardava con un'aria di benevola curiosità: "Racconti agli stranieri che verranno a visitare d'ora in avanti la torre, che un giorno, un giovane italiano, poche ore prima di partire per la Castiglia, salutando per l'ultima volta, da questo balcone, la capitale dell'Aragona, s'è scoperto il capo col sentimento del più profondo rispetto, così,-e che non potendo baciare sulla fronte, ad uno ad uno, tutti i discendenti degli eroi del 1809, ha dato un bacio al custode,"-E glielo diedi, e me lo rese, e me n'andai contento, ed egli pure, e rida chi vuole.
     
      Con questo mi parve di poter dire che avevo visto Saragozza, e tornai all'albergo ricapitolando le mie impressioni.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





Imperatore Saragozza Castiglia Aragona Saragozza