Dopo le solite grida e i soliti applausi, si fece silenzio, e l'alcade di Saragozza, presentatosi al Re, lesse con enfatica voce il seguente discorso:
Signore! Non è la modesta personalità mia, non è l'uomo di convinzioni profondamente repubblicane; ma bensì l'alcade di Saragozza, investito del sacro suffragio universale, colui che, per un dovere imprescindibile, si presenta a voi, e si mette agli ordini vostri. Voi state per entrare nel recinto d'una città la quale, sazia ormai di gloria, porta il titolo di sempre eroica; una città che quando corse pericolo l'integrità nazionale, fu una nuova Numanzia, una città che umiliò gli eserciti napoleonici nei loro stessi trionfi ec. Saragozza fu la più avanzata sentinella della libertà; nessun governo le parve mai abbastanza liberale ec. Nel petto di nessuno dei figli suoi albergò mai il tradimento ec. Entrate, dunque, nel recinto di Saragozza. Se non aveste coraggio, non ne avreste neanco bisogno, perchè i figli della sempre eroica madre son valorosi a viso aperto, e incapaci di tradire. Non v'è scudo, nè esercito più poderoso per difendere, in questi momenti, la vostra persona, che la lealtà dei discendenti del Palafox, poichè anche i loro nemici trovano un sacro asilo sotto i tetti saragozzani. Pensate e meditate che se seguirete costantemente la via della giustizia, se farete da tutti osservare le leggi della più stretta moralità, se proteggerete il[68] produttore che finora tanto dà, e sì poco riceve, se sosterrete la verità del suffragio, se Saragozza e la Spagna vi dovranno un giorno il compimento delle sacre aspirazioni della maggioranza di questo gran popolo che venite a conoscere, allora, forse, vi adornerà un più splendido titolo, che quello di Re. Potete essere il primo cittadino della nazione, e il più amato in Saragozza, e la repubblica spagnuola vi dovrà la sua completa felicità.
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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