La donna, suffusa di rossore, lo prese, e asciugandosi le lagrime, disparve. Da quel giorno Don Enrico non la vide più. Un anno dopo, essendosi il Re smarrito in un bosco, fu assalito da sei lupi affamati; dopo una lunga lotta ne uccise tre colla spada, ma già gli mancavan le forze, e stava per esser divorato dagli altri. In quel punto udì un colpo di fucile e uno strano grido, che volse in fuga i tre lupi; si voltò, e vide una donna misteriosa che lo guardava cogli occhi fissi senza poter profferire parola; i muscoli del suo viso erano orribilmente contratti, e tratto tratto un acuto lamento prorompeva dal suo seno. Riavutosi dal primo stupore, il Re riconobbe in quella donna la giovane amata della Cattedrale. Gettò un grido di gioia e si slanciò per abbracciarla; ma la giovane l'arrestò, esclamando con un sorriso divino: "Amai la memoria del Cid e di Ferdinando Gonzales, perchè il mio cuore ama tutto quello che è nobile e generoso; per questo amai te pure; ma il mio dovere mi impediva di consacrarti questo amore che sarebbe stato[94] la felicità della mia vita. Accetta il sacrificio...." Ciò dicendo cadde a terra e spirò senza finire la frase, premendosi sul cuore il fazzoletto del Re. Un anno dopo il Papa-moscas si affacciava per la prima volta alla cassetta dell'orologio ad annunziare le ore; il re Enrico lo aveva fatto fare per onorare la memoria della donna che aveva amata; il grido di Papa-moscas rammentava al Re il grido che la sua salvatrice aveva lanciato nella foresta per spaventare i tre lupi.
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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