-Un vecchietto maestosamente avvolto nella sua cappa, mi disse con aria di protezione: "Venga Usted conmigo," e mi fece salire su per una collina posta a cavaliere della città, sulla cima della quale si vedono tuttora i resti d'un enorme castello, antica dimora dei Re di Castiglia. Prima di giungere al monumento del Cid, s'incontra un arco di trionfo, di stile dorico, semplice e grazioso, fatto innalzare da Filippo II, in onore di Fernan Gonzales, nel luogo stesso, si dice,[98] ove sorgeva la casa in cui nacque il famoso capitano. Un po' più oltre si trova il monumento del Cid, eretto nel 1784. È un pilastro di pietra, poggiato sur un piedistallo in muratura, e sormontato da uno scudo araldico, con questa iscrizione: "In questo luogo sorgeva la casa, nella quale nacque l'anno 1026 Rodrigo Diaz di Vivar, chiamato il Cid campeador. Morì in Valenza il 1099, e il suo corpo fu trasportato nel monastero di San Pietro di Cardena presso questa città." Mentre leggevo queste parole, il cicerone mi espose una leggenda popolare sulla morte dell'Eroe: "Quando il Cid morì," mi disse con molta gravità, "nessuno rimase a custodire il suo cadavere. Un ebreo entrò nella chiesa, si avvicinò alla bara e disse:-Ecco il grande Cid al quale nessuno, fin che visse, ebbe il coraggio di toccare la barba; io gliela tocco, e voglio vedere che mi può fare.-Così dicendo allungò la mano; ma nello stesso punto il cadavere afferrò l'elsa della spada e ne trasse un palmo fuori della guaina. L'ebreo gettò un grido e cadde a terra tramortito; i preti accorsero, l'ebreo fu sollevato, tornò in sè e raccontò il miracolo; allora tutti si volsero verso il Cid, e videro che teneva ancora la mano sull'elsa in atteggiamento minaccioso.
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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