Ciō non di meno, gli č un Museo che lascia nell'animo una impressione profonda, non molto dissimile da quella che produce la prima volta lo spettacolo del combattimento dei tori; e infatti sono trascorsi pių di sei mesi da quel giorno, ed io la risento ancora come se l'avessi ricevuta poche ore fa. Quanto di pių tristo, di pių sanguinario, di pių orrendo č uscito dal pennello dei pių feroci pittori spagnuoli, si trova raccolto lā. Immaginate pur delle piaghe, delle membra mutilate, delle teste spiccate dal busto, dei corpi estenuati, flagellati, tanagliati, arsi, straziati con quanti tormenti abbiate mai trovati descritti nei romanzi del Guerrazzi o nelle Storie dell'Inquisizione, non giungerete a formarvi un'adeguata idea del Museo di Valladolid. Passate di sala in sala, e non vedete che visi stravolti di morti, di moribondi, d'indemoniati, di carnefici, e in ogni parte sangue, e sangue, e sangue, che vi pare di vederlo spicciar fuori dei muri e di sguazzarci dentro come la Babette del Padre Bresciani nelle prigioni di Napoli. Č un cumulo di dolori e d'orrori da riempirne gli spedali d'uno Stato. Sulle prime si prova un senso di tristezza, poi di ribrezzo, in fine, pių che di ribrezzo, di sdegno contro gli artisti macellai che prostituirono l'arte di Raffaello e di Murillo in cosė sconcia maniera. Il quadro pių guardabile[117] ch'io vidi, fra i moltissimi cattivi, benchč anch'esso d'un realismo spietatamente spagnuolo, rappresentava la Circoncisione di Gesų, con tutti i particolari pių minuti delle cose taglienti e delle cose tagliate, e una corona di spettatori chinati ed immobili, come studenti di clinica chirurgica intorno al maestro operatore: "Vámonos, vámonos" dissi alla cortese portinaia, "se sto qui un'altra mezz'ora, n'esco bruciato, o scorticato o squartato; non ha da farmi veder nulla di pių allegro?
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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