Di quadri d'altri artisti, minori di quegli accennati, ma pure per meriti diversi ammirabili, son pieni i corridoi, le anticamere, le sale di passaggio. Ma non è questo il solo Museo di pittura di Madrid: vi sono centinaia di quadri nell'Accademia di San Fernando, nel ministero del Fomento, e in altre Gallerie private. Ci vorrebbero mesi e mesi a veder bene ogni cosa; che non ci vorrebbe a descrivere, anche a chi avesse ingegno da tanto? Uno dei più potenti scrittori di Francia, amantissimo della pittura e gran maestro di descrizioni, messo al punto, si spaventò, e non seppe far di meglio che cavarsi d'impiccio dicendo che ci sarebbe troppo da dire; e s'egli stimò bene di tacere, a me deve sembrare d'aver già detto anche troppo. È una delle più dolorose conseguenze[159] d'un bel viaggio questa di trovarsi ad avere nella mente una folla di belle immagini e nel cuore un tumulto di grandi affetti, e non potere, non sapere esprimerne che una sì piccola parte! Con che profondo sdegno lacererei queste pagine quando penso a quei quadri! O Murillo, o Velasquez, o povera penna mia!
Pochi giorni dopo ch'ero arrivato a Madrid, vidi per la prima volta, sboccando dalla strada d'Alcalà nella piazza della Porta del Sole, il re Amedeo. Provai un piacere vivissimo, come se avessi riveduto il più intimo dei miei amici. È curiosa quella di trovarsi in un paese dove l'unica persona che si conosca è il Re! Verrebbe voglia di corrergli dietro gridando:-Maestà! son io, sono arrivato.-
Don Amedeo seguiva a Madrid le abitudini paterne.
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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