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      Poco si sapeva pure delle sue abitudini, perchè faceva ogni cosa senza pompa, e con un riserbo che sarebbe parso quasi eccessivo anche in una signora privata. Nemmeno le dame di corte sapevano ch'ella andava a sentir la predica a San Luigi dei Francesi: una signora la vide per la prima volta, per caso, in mezzo alle sue vicine. Nel suo vestire non aveva alcun distintivo di Regina, neanco i giorni di pranzo a Corte. La regina Isabella portava un[162] gran manto rosso colle armi di Castiglia, diadema, ornamenti ed insegne: Donna Vittoria nulla. Si vestiva per lo più coi colori della bandiera spagnuola, e con una semplicità che annunziava la corona assai più che lo splendore e lo sfarzo. Nè l'oro spagnuolo ci aveva che vedere neanco con quella semplicità, tutte le spese ch'
      ella faceva per sè, pei suoi bambini, per le sue cameriere, le faceva col danaro suo.
      Quando regnavano i Borboni tutto il palazzo reale era occupato: il Re abitava la parte sinistra, verso la piazza d'Oriente; Isabella, la parte che guarda da un lato sulla piazza d'Oriente, e dall'altro sulla piazza dell'Armeria; il Montpensier, la parte opposta a quella della regina; i principi avevano ciascuno un appartamento verso il Giardino del Moro. Nel tempo che vi soggiornò il re Amedeo, una gran parte dell'immenso edifizio rimase vuota. Egli non aveva che tre piccole stanze: un salottino da studio, una camera da letto, e il tocador (stanzino da toeletta). La camera da letto dava in un lungo corridoio che conduceva alle due stanzine dei principi, accanto alle quali era l'appartamento della Regina, che non voleva scostarsi mai dai suoi figliuoli.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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