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      I liberali brontolavano, i borbonici dicevano:-Non è la nostra regina;-ma tutti nutrivan per lei un profondo rispetto. I giornali più arrabbiati dicevan tutt'al più la esposa de Don Amedeo, invece di dire La reina. Il più violento dei deputati repubblicani, facendo allusione a lei in un suo discorso alle Cortes, non potè a meno di proclamarla-illustre e virtuosa.-Era la sola persona della Casa sulla quale[165] nessuno si permettesse mai uno scherzo nè di lingua nè di penna: era come una figura lasciata in bianco in mezzo a un quadro di caricature maligne.
      Quanto al Re, par che la stampa spagnuola godesse d'una libertà sconfinata. Sotto la salvaguardia dell'appellativo di Savoiardo, di straniero, di giovane della Corte, i giornali avversi alla dinastia dicevano, in sostanza, quello che volevano, e ne dicevan delle amene. Questo se la pigliava a cuore perchè il Re era feo de cara y de perfil, (brutto di viso e di profilo); quello si rodeva perchè camminava troppo stecchito; un terzo trovava a ridire sulla sua maniera di rendere il saluto; e altre piccinerìe da non credersi. Ciò non ostante il popolo di Madrid aveva per lui, se non l'entusiasmo dell'Agenzia Stefani, almeno una simpatia molto viva. La semplicità dei suoi costumi e la bontà del suo cuore eran proverbiali anche fra i fanciulli. Si sapeva ch'egli non serbava rancore con nessuno, neanco con quelli che si eran condotti poco degnamente con lui; che non aveva mai fatto un atto dispettoso a nessuno; che non s'era mai lasciato sfuggire di bocca una parola amara contro i suoi nemici.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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