Il toro gli si slancia contro; il banderillero, alla sua volta, corre verso il toro; questi abbassa la testa per dargli le corna nel ventre, quegli gli pianta le banderillas nel collo, una di qua e una di là, e con una rapidissima giravolta si salva. Se si china, se gli fallisce un piede, se esita un secondo, è infilato come un ranocchio. Il toro mugge, sbuffa, salta e si mette a inseguire i capeadores con uno spaventoso furore; in un minuto tutti son saltati nella corsia, l'arena è sgombra, la belva col muso schiumante, cogli occhi sanguigni, col collo rigato di sangue, pesta la terra, si dibatte, percuote la barriera, domanda vendetta, vuol uccidere, ha bisogno di strage, nessuno s'attenta ad affrontarla, gli spettatori empiono l'aria di grida:-Avanti! coraggio! L'altro banderillero!-l'altro banderillero si fa innanzi e pianta le sue freccie, poi un terzo, poi di nuovo il primo. Quel giorno gliene piantaron otto; la povera bestia, quando si sentì configger le ultime due, mandò un muggito lungo, straziante, orrendo, e slanciatosi dietro ad uno dei suoi nemici, lo inseguì sino alla barriera, spiccò un salto, e cascò con lui nella corsia;[183] i dieci mila spettatori si levarono in piedi tutti in un punto, gridando:-Lo ha ucciso!-Ma il banderillero s'era scansato. Il toro corse e ricorse avanti e indietro fra le due barriere, sotto una pioggia di bastonate e di pugni, sin che s'abbattè in una porta aperta, rientrò nell'arena, e la porta si richiuse. Allora tutti i banderilleros e tutti i capeadores gli si slanciarono di nuovo intorno; uno passandogli dietro, gli diè uno strappo alla coda, e disparve come un fulmine; un altro, trapassando rapidissimamente, gli avvolse la capa intorno alle corna; un terzo spinse l'audacia sino ad andargli a togliere con una mano un piccolo nastro di seta che aveva attaccato sulla groppa; un quarto, più temerario di tutti, puntò un'asta in terra, mentre il toro correva, e spiccato un salto, gli passò al di sopra e andò a cascare dall'altra parte, buttando l'asta tra le gambe dell'animale stupefatto.
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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