Di tratto in tratto scoppia una rissa fra due spettatori. Pigiata com'č la gente, qualche bastonata tocca ai vicini; i vicini dan di mano ai bastoni e picchiano anch'essi; il circolo delle bastonate s'allarga, la rissa si estende a tutto lo scompartimento della gradinata; in pochi momenti, cappelli in aria, cravatte in brani, visi sanguinosi, grida da intronare[193] il cielo, tutti gli spettatori in piedi, le guardie in moto, i toreros, di attori, divenuti spettatori. Altre volte č un gruppo di giovanotti burloni che si voltan tutti insieme da una parte gridando: "Eccolo lā."-"Chi?"-Nessuno; ma intanto i vicini si alzano, i lontani salgono in piedi sui sedili, le signore si sporgon fuori dei palchi; in un momento tutto il Circo č sossopra. Allora il gruppo dei giovanotti dā in una sonora risata; i vicini, per non parer minchioni, fanno eco; si ride nei palchi, si ride nelle gallerie, diecimila persone ridono. Altre volte č uno straniero, spettatore per la prima volta della corsa dei tori, che sviene; la notizia si spande in un baleno, tutti s'alzano, tutti cercano, tutti gridano, si fa un casa del diavolo che non ha nome. Altre volte č un bell'umore che saluta un suo amico posto all'estremitā opposta del Circo con un portavoce che fa l'effetto d'uno scoppio di tuono. Quella grande folla č agitata in pochi istanti da mille sentimenti contrarli; passa con una vicenda incessante dal terrore all'entusiasmo, dall'entusiasmo alla pietā, dalla pietā all'ira, dall'ira all'allegrezza, alla meraviglia, alla gioia sfrenata.
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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Circo Circo
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