Il cortile č tutto chiuso da muri; dal lato opposto alla porta č la facciata della chiesa. Sur una spaziosa gradinata s'alzano sei enormi colonne doriche, ognuna delle quali sostiene un grande piedestallo, e ogni piedestallo una statua. Son sei statue colossali, di Battista Monegro, rappresentanti Giosafat, Ezechiello, Davide, Salomone, Giosuč, Manasse. Il cortile č lastricato, sparso di cespi d'erba, umido; i muri paion roccie tagliate a picco; tutto č rigido, massiccio, pesante, e offre non so che fantastico aspetto di edifizio titanico, cavato in una montagna di pietra, e atto a sfidare le scosse della terra e i fulmini del cielo. Lą si comincia a capire che cosa sia l'Escuriale.
Si sale la gradinata e si entra nella chiesa.
L'interno della chiesa č tristo e nudo; quattro enormi pilastri di granito bigio sostengono le vņlte[222] dipinte a fresco da Luca Giordano; accanto all'altar maggiore, scolpito e dorato alla spagnuola, negli intercolonni di due oratori reali, si vedono due gruppi di statue di bronzo inginocchiate, colle mani giunte verso l'altare; a destra Carlo V, l'imperatrice Isabella e parecchie principesse; a sinistra Filippo II, colle sue mogli. Sopra la porta della chiesa, a trenta piedi dal suolo, in fondo alla navata maggiore, s'alza il coro, con due giri di seggiole d'ordine corintio, di semplice disegno. In un canto, vicino a una porta segreta, č la seggiola che occupava Filippo II. Egli riceveva da quella porta le lettere e le imbasciate importanti, senza che se n'avvedessero i preti che cantavano nel coro.
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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