I ministri più gravi, i deputati più timidi, i finanzieri più rigorosi, quand'anche parlino di argomenti lontanissimi da quanto può dare appiglio alla rettorica, infiorano i loro discorsi di bei modi da Antologia, d'aneddoti ameni, di versi famosi, d'apostrofi alla civiltà, alla libertà, alla patria; e tiran via a precipizio come se recitassero cose imparate a mente, con un'intonazione sempre misurata ed armonica, e una varietà di atteggiamenti e di gesti che non lascia luogo un istante alla noia. E i giornali, giudicando i loro discorsi, lodano l'elevatezza dello stile, la purità della lingua, los rasgos sublimes, i tratti sublimi, che vi si ammirarono, se si tratta dei loro amici, si sottintende; oppure dicono con disprezzo che lo stile è sesquipedale, la lingua corrotta, la forma, in una parola, questa benedetta forma! incolta, ignobile, indegna[234] delle splendide tradizioni dell'arte oratoria spagnuola. Questo culto della forma, questa grande facilità di parola degenera in vanità ampollosa; e certo che non s'hanno a cercare nel Parlamento di Madrid i modelli della vera eloquenza politica; ma non è men vero quello che universalmente si dice: che codesto Parlamento è fra tutti gli europei il più ricco di facondi oratori nel senso generale della parola. Bisogna sentire una discussione sur un argomento di alta politica, che muova le passioni! È una vera battaglia! Non son più discorsi, son diluvii di parole, da fare ammattire gli stenografi e confonder la testa agli uditori delle tribune!
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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Antologia Parlamento Madrid Parlamento
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