Il 1808 č il 93 della Spagna; č una data che ogni spagnuolo ha dinanzi agli occhi scritta in carattere di fuoco; se ne gloriano le donne, i ragazzi, i bambini che cominciano a scioglier la lingua; č il grido di guerra della nazione.
E quella stessa alterezza l'hanno dei loro scrittori e dei loro artisti. L'accattone invece di dir Espaņa, vi dice qualche volta la patria de Cervantes. Nessun scrittore al mondo ebbe mai nel suo popolo[244] la popolaritā che ha in Spagna l'autore del Don Chisciotte. Io credo che non vi sia un contadino, un pastore, dai Pirenei alla Sierra Nevada, dalla costa di Valenza ai colli d'Estremadura, che interrogato di chi sia il Cervantes, non risponda con un sorriso di compiacenza:-El imortal autor del Quijote.-La Spagna č forse il paese dove si celebrano pių anniversarii di grandi scrittori: da Juan de Mena all'Espronceda, ognuno ha il suo giorno solenne, nel quale si offre alla sua tomba un tributo di canti e di fiori. Nelle piazze, nei caffč, nei carrozzoni della strada ferrata, per tutto occorre di sentir citar versi di poeti illustri, da ogni sorta di gente; chi non ha letto, ha sentito leggere; chi non ha sentito leggere, ripete la citazione come un proverbio, per averla udita da un altro; e quando uno dice un verso, tutti drizzan gli orecchi. Chi conosca per poco la letteratura spagnuola, puō fare un viaggio in quel paese colla sicurezza di aver sempre di che discorrere e di come ispirar simpatia, dovunque capiti, in chiunque s'abbatta. La letteratura nazionale č lā veramente nazionale.
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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