A veder Toledo
risposi.
Solo?
Solo; perchè no?
Ma è già stato qui altre volte?
Mai.
Allora non può andar solo.
E perchè?
Perchè si smarrirà.
Dove?
Appena uscito.
O la ragione?
La ragione è questa;
rispose, accennandomi un muro al quale era affissa una pianta di Toledo. M'avvicinai e vidi un garbuglio di linee bianche sur un fondo nero che pareva uno di quei ghirighori che fanno i ragazzi sulla lavagna per consumare il gesso a dispetto del maestro. "Non importa,"[259] dissi, "voglio andar solo; e se mi smarrirò, mi troveranno."-"Non farà cento passi," osservò il fattorino. Uscii e infilai la prima strada che vidi, tanto stretta che, allargando le braccia, toccavo tutti e due i muri. Fatti cinquanta passi, mi trovai in un'altra strada più stretta della prima, e da questa riuscii in una terza, e via così. Mi pareva di girare, non per le strade d'una città, ma per gli anditi d'un edifizio; e andavo oltre coll'idea di dover riuscire da un momento all'altro in un luogo aperto.-È impossibile,-pensavo,-che la città sia tutta costruita in questa maniera; non ci si potrebbe vivere.-Ma via via che procedevo, mi sembrava che le strade si facessero più strette e più corte; ogni momento dovevo svoltare; dopo una strada curva, veniva una strada a zig-zag, dopo questa un'altra fatta ad uncino, che mi riconduceva nella prima, e così giravo per un pezzo sempre in mezzo alle stesse case. Di tratto in tratto riuscivo in un crocicchio di parecchi vicoli che scappavano in direzioni opposte, e quale si perdeva nel buio d'un portico, quale urtava, dopo pochi passi, contro il muro d'una casa, quale scendeva giù come per sprofondarsi nelle viscere della terra, quale s'arrampicava per un'erta salita; alcuni, larghi appena tanto da dar passo ad un uomo; altri stretti in mezzo a due muri senza porte e senza finestre; tutti fiancheggiati da edifizii di grande altezza, che lasciavano apparire appena una sottile striscia di cielo fra tetto e tetto; con poche finestre munite di grosse inferriate, con grandi porte tempestate di chiodi[260] enormi, con cortili angusti ed oscuri.
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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Toledo Toledo
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