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      Passar dalle strade di quella città fra le navate di quella Cattedrale, gli è come passar da una segreta a una piazza: si guarda intorno, si respira, si risente la vita.
      L'altar maggiore, a volerlo considerar per la minuta, richiederebbe altrettanto tempo che la chiesa intera; è una chiesa, è un visibilio di colonnine, di statuette, di fogliami, d'ornamenti svariatissimi, che sporgon lungo gli spigoli, s'alzano sopra gli architravi, serpeggiano intorno alle nicchie, si sostengono l'un l'altro, si ammontano, si nascondono, presentando in ogni parte mille profili, e gruppi, e scorti, e dorature, e colori, e ogni maniera di artifiziose leggiadrie, che porgon tutte insieme l'aspetto di una magnificenza piena di decoro e di grazia. Di fronte all'altar maggiore è il coro, diviso in tre ordini di seggiole meravigliosamente scolpite da Filippo di Borgogna e dal Berruguete, con bassorilievi rappresentanti fatti storici, allegorici, sacri, che si considerano come uno dei più insigni monumenti dell'arte. In[264] mezzo, in forma di trono, è il seggio dell'arcivescovo; intorno, un giro di enormi colonne di diaspro; sugli architravi, delle statue colossali d'alabastro; ai due lati, degli enormi pulpiti di bronzo con suvvi dei messali giganteschi, e due smisurati organi, l'uno di fronte all'altro, dai quali par debba prorompere da un istante all'altro un torrente di note da far tremare le volte.
      Il piacere dell'ammirazione, in queste grandi cattedrali, è quasi sempre turbato dai ciceroni importuni che vogliono ad ogni costo che vi divertiate a modo loro.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





Cattedrale Filippo Borgogna Berruguete