Io mi misi a ridere.
Non crede?
continuò il custode; "gli è un fatto sacrosanto. Non più d'una settimana fa, per citarle un caso, venne qui un bellimbusto di Madrid colla sua sposa. Già, salendo le scale, avevano detto roba da chiodi della città, delle strade strette, delle case nere. Quando s'affacciarono a questa finestra, e videro quelle due vecchie torri laggiù nella pianura, sulla riva sinistra del Tago, mi domandarono che fossero, ed io risposi: Los palacios de Galiana.-Oh! che bei palazzi!-esclamarono,[280] e si misero a ridere, e guardarono da un'altra parte. Perchè? Perchè non sapevano la storia. Ora neanco lei, m'immagino, non la saprà: ma lei è straniero, e la cosa cambia. Sappia dunque che il grande imperatore Carlomagno è venuto, quand'era giovanissimo, a Toledo. Regnava allora il re Galafro, e abitava in quel palazzo. Il re Galafro aveva una figliuola che si chiamava Galiana, bella come un angelo; e siccome Carlomagno fu ospitato dal Re e vedeva ogni giorno la principessa, se ne innamorò con tutte le forze dell'anima, e la principessa, di lui. Ma c'era un rivale di mezzo, e questo rivale era il re di Guadalajara, un moro gigante, di una forza erculea e d'un coraggio da leone. Questo re, per poter vedere la principessa senza farsi scorgere, aveva fatto aprire una strada sotterranea che andava nientemeno che dalla città di Guadalajara fin sotto le fondamenta del palazzo. Ma che vale? la principessa non lo potea vedere neanche dipinto, e quante volte egli veniva, tante volte lo rimandava colle trombe nel sacco.
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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