Fui a vedere il Convento dove il Murillo, dipingendo un quadro sopra un altar maggiore, cadde dal palco, e riportò la ferita, che fu cagione della sua morte. Feci una corsa nel Museo di pittura, che contiene alcuni bei quadri del Zurbaran. Entrai nel Circo dei tori, che è tutto di legno, e fu costrutto in pochi giorni per offrire uno spettacolo alla regina Isabella. E verso sera andai a fare un giro sur un delizioso passeggio lungo la riva del mare, in mezzo agli aranci e alle palme, dove mi furono segnate a dito ad una ad una le più belle ed eleganti caditane. A me, qualunque sia il giudizio degli Spagnuoli, il tipo femminino di Cadice non parve da meno di quello tanto celebrato di Siviglia. Le donne sono un po' più alte e un po' più grassoccie, e d'un bruno più carico. Qualche osservatore fino credette di poter asserire che ritraggon molto del tipo greco: non so da che parte. Io non ci vidi, salvo la statura, che il tipo andaluso; e bastò per farmi tirare dei sospironi che avrebbero mandato innanzi una barca, e costringermi a ritornare quanto prima potei al mio bastimento, come a un luogo di rifugio e di pace.
Quando rimisi il piede a bordo, era notte, il cielo scintillava tutto di stelle, e l'aria portava or sì or no la musica della banda che suonava sul passeggio di Cadice. I cantanti dormivano, ero solo, la vista dei lumi della città e quella musica e il ricordo dei bei visini caditani mi dava malinconia; non sapevo che[385] far di me; scesi sotto coperta, presi il mio quaderno e incominciai la descrizione di Cadice.
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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