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      Il porto quasi deserto, la spiaggia quieta, il cielo purissimo.
      Prima di scendere a terra, mi congedai dal capitano che doveva proseguire il suo viaggio per Marsiglia, salutai il nostromo e i passeggieri, dicendo a tutti che sarei arrivato a Valenza proprio il giorno che ci doveva arrivare il bastimento, e che perciò mi sarei imbarcato di nuovo con loro per andare a Barcellona e a Marsiglia; e il capitano mi disse:-L'aspettiamo,-e il cameriere mi promise che m'avrebbe serbato il posto. Quante volte, in seguito ricordai le ultime parole di quella povera gente!
      Scesi a Malaga coll'intenzione di partire la sera[390] stessa per Granata. L'interno della città non offre nulla di notevole. Fuor della parte nuova che occupa lo spazio anticamente coperto dal mare, ed è costrutta alla moderna, con vie larghe e diritte, e case grandi e nude; il rimanente della città è un labirinto di stradicciuole tortuose e un agglomeramento di case senza colore, senza patios, senza grazia. V'è qualche piazza spaziosa, con giardini e fontane; qualche colonna e qualche arco di edifizi arabi; nessun monumento moderno, molta immondizia e non grande frequenza di popolo. I dintorni son bellissimi e il clima più mite che a Siviglia.
      A Malaga avevo un amico, andai a cercarlo, passammo la giornata insieme. Da lui ebbi una curiosa notizia. A Malaga è un'Accademia letteraria composta di più di ottocento soci, nella quale si celebrano gli anniversarii di tutti i grandi scrittori e si fa due volte la settimana una lettura pubblica sur un argomento di scienza o di letteratura.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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