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      Chi trangugiando in furia gli ultimi bocconi, diventava livido e cacciava gli occhi fuor del capo come un impiccato; chi allungando una mano per afferrare un arancio, sospinto da un che scappava,[397] l'andava a tuffare in un piatto di crema; chi girava per la sala in cerca della valigia con un gran sberleffe di salsa sulle guancie; chi, per aver voluto ber d'un sol fiato andatogli il vino per traverso, tossiva da schiantarsi lo stomaco; e gl'impiegati di sulla porta gridavano:-Presto!-e i viaggiatori dalla sala rispondevano:-Ahógate! (affogati),-e i camerieri davan dietro a chi non aveva pagato, e chi voleva pagare non trovava i camerieri, e le signore facevan l'atto di svenire, e i ragazzi strillavano, e ogni cosa era sossopra.
      Fu una fortuna ch'io potessi infilarmi nel mio carrozzone prima che il treno partisse.
      Ma là m'aspettava un nuovo supplizio. I due vecchi e l'andalusina, che doveva essere figliuola dell'uno e nipote dell'altro, erano riusciti a fare un po' di preda in mezzo a quella maledetta folla del banco; e mangiavano a due palmenti. Io mi misi a guardarli con occhio malinconico, contando i bocconi e le dentate, come fa il cane accanto alla tavola del padrone. L'andalusa se n'accorse, e mostrandomi un qualchecosa che pareva una polpetta, fece un atto grazioso col capo come per domandarmi se la volevo.
      Oh! grazie!
      risposi con un sorriso da moribondo; "ho mangiato!"
      Angelo mio, soggiunsi subito tra me e me, se tu sapessi che in questo momento preferirei le tue polpette alle acerbe poma, come direbbe nobilmente messer Niccolò Macchiavelli, colte nel famoso orto delle Esperidi!


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





Niccolò Macchiavelli Esperidi