Eravamo arrivati non so a che villaggio. Mentre cacciavo la testa fuor del finestrino, una voce gridò:-Scenda chi va a Granata!-Mi precipitai giù dal carrozzone e mi trovai a faccia a faccia con un omaccione baffuto che mi tolse la valigia di mano, dicendomi che l'andava a mettere nella diligenza, perchè da quel villaggio fino a non so quante miglia dalla imperial Granada, non c'è strada ferrata.
Un momento!
gridai allo sconosciuto con voce supplichevole: "Quanto tempo c'è per partire?"
Due minuti!
rispose.
C'è un'osteria?
È là.
Volai nell'osteria, trangugiai un uovo sodo, e scappai verso la diligenza gridando: "Quanto tempo c'è ancora?"
Altri due minuti!
mi rispose la voce di prima.
Rivolai all'osteria, mandai giù un altr'uovo, e corsi di nuovo alla diligenza, ridomandando: "Si parte?"[400]Fra un minuto!
All'osteria daccapo, e un terz'ovo, e poi alla diligenza: "Si va?"
Fra mezzo minuto!
Questa volta tirai un moccolo da far rabbrividire, ricorsi all'osteria, inghiottii un quart'ovo e un bicchier di vino, e mi slanciai di corsa verso la diligenza. Ma fatti appena dieci passi, mi sentii mancare il respiro, e mi fermai coll'ovo a mezza gola. In quel punto schioccò la frusta.-Aspettate!-urlai con una voce rantolosa, agitando le mani come un uomo che affoghi.
Que hay?
(che c'è?) domandò il vetturino.
Non potei rispondere.
Se le ha quedado un huevo en la garganta!
(Le è rimasto un uovo nella gola) rispose per me uno sconosciuto.
Tutti i viaggiatori diedero in uno scoppio di risa, l'ovo andò giù, risi anch'io, raggiunsi la diligenza che partì subito, e ripreso ch'ebbi fiato, feci ai miei compagni di viaggio il racconto delle mie disgrazie, che li esilarò e gl'impietosì più che non avrei osato sperare dopo quella crudele risata sul mio strangolamento.
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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Granata Granada
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