Ma quando io m'avviai col Gongora su per la strada de los Gomeles per andar a visitare la reggia famosa, non ne avevo ancora visto le mura neanco da lontano, e non avrei saputo dire da che lato della città si trovasse. La strada de los Gomeles è in salita e descrive una leggiera curva, onde per un buon tratto non si vede dinanzi altro che case, e si può credere che l'Alhambra sia ancora lontana. Il Gongora non parlava; ma gli leggevo in viso che godeva nel più vivo dell'anima pensando alla meraviglia e al diletto che avrei provato io. Guardava in terra sorridendo; rispondeva a tutte le mie domande con un cenno che voleva dire:-a momenti;-e di tratto in tratto alzava gli occhi quasi furtivamente per misurare la strada che ci rimaneva a percorrere. Ed io godevo tanto di quel suo piacere che gli avrei gettato le braccia al collo per ringraziarlo.[407]Arrivammo dinanzi a una gran porta che chiude la strada; il Gongora mi disse:-Ci siamo,-io entrai.
Mi trovai in un gran bosco di alberi d'un'altezza smisurata, inclinati gli uni verso gli altri di qua e di là d'un grande viale che ascende su per la collina e si perde nell'ombra; e fitti tanto che appena vi potrebbe passare un uomo frammezzo, e dovunque si guardi, non si vedon che tronchi che par che chiudan la via come una parete continua. Gli alberi incrociano i rami al di sopra del viale; nel bosco non penetra un raggio di sole; l'ombra è oscurissima; e da ogni parte mormorano ruscelli, e cantano usignoli, e spira una freschezza primaverile.
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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