Senza saperlo, nel fabbricare colla fantasia quelle reggie, fabbricavo l'Alhambra; in quei momenti ho immaginato qualcosa di simile a queste sale, a queste finestre, a quel cortile che si vede di qui; di tanto simile che, più guardo intorno, meglio me ne ricordo, e mi par di riconoscere il luogo, piuttosto che di vederlo la prima volta. Quando s'è innamorati si sogna tutti un po' d'Alhambra, e se si potessero tradurre in linee e in colori tutti quei sogni, s'avrebbero dei quadri che farebbero strabiliare per la loro somiglianza con tutto quello che qui si vede. Quest'architettura non esprime la potenza, la gloria, la grandezza; esprime l'amore e la voluttà; l'amore coi suoi misteri, coi suoi capricci, colle sue effervescenze, coi suoi slanci di gratitudine verso Dio; la voluttà colle sue malinconie e i suoi silenzi. V'è dunque un legame intimo, un'armonia fra la bellezza di quest'Alhambra e l'anima di coloro che hanno amato a sedici anni, quando i desiderii son sogni e visioni. E di qui[417] nasce l'indescrivibile fáscino che esercita questa bellezza; e per questo l'Alhambra, tuttochè così deserta e dimezzata, è ancora la più incantevole reggia del mondo, e al vederla per l'ultima volta, gli stranieri versano una lagrima. Gli è perchè salutando l'Alhambra, si dà un ultimo addio ai nostri più bei sogni giovanili, che fra le sue mura si son rifatti vivi per l'ultima volta! si dà un addio a dei visi immensamente cari che hanno rotto l'oblio di molti anni per affacciarsi un'ultima volta in mezzo alle colonnine di queste finestre! si dà un addio a tutti i fantasmi della giovinezza! si dà un addio a quell'amore che non rinasce mai più."
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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze 1873
pagine 422 |
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