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      S'immagini ora sopra questo immenso paradiso, che racchiude tutte le ridenti grazie dell'oriente e tutte le più severe bellezze del settentrione, che sposa l'Europa all'Affrica tributando all'imeneo tutte le più belle meraviglie della natura, e che manda al cielo confusi in un solo tutti i profumi della terra, s'immagini sopra questa valle beata il cielo e il sole di Andalusia, che volgendo al tramonto, tinge d'un divino color di rosa le cime, e di tutti i colori dell'iride e di tutti i riflessi delle più limpide perle azzurrine i fianchi delle montagne della Sierra; e frange i suoi raggi in mille sfumature d'oro, di porpora e cinerine, nelle roccie che coronan la pianura; e declinando in mezzo a un incendio di raggi, getta, come un saluto, una corona luminosa intorno alle torri pensierose dell'Alhambra e ai pinnacoli inghirlandati del Generalife; e si dica se si può dare al mondo qualche cosa di più solenne, di più glorioso, di più innebriante di questa festa amorosa del cielo e della terra, dinanzi alla quale da nove secoli trema di voluttà e palpita di orgoglio Granata.
      Il tetto del mirador de la reina è sostenuto da piccole colonne moresche fra le quali si stendono degli archi schiacciati che danno al padiglione un aspetto stranamente capriccioso e gentile. Le pareti sono dipinte a fresco, e vi si vedono lungo i fregi[430] le iniziali d'Isabella e di Filippo V intrecciate con amorini e fiori. Accanto alla porta d'entrata, resta ancora una pietra del pavimento antico, tutta bucherellata, sulla quale si dice si mettessero le Sultane per avvolgersi nel nuvolo dei profumi che si bruciavan di sotto.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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