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      Il gran Gonzalo mantenne la sua parola; si presentò alla seconda udienza, e tirato fuori il voluminoso libro nel quale aveva notate le sue giustificazioni, cominciò a leggere a voce alta e sonora le seguenti parole:
      Ducento mila settecento trentasei ducati e nove reali ai frati, alle monache e ai poveri, affinchè pregassero Dio per il trionfo delle armi spagnuole.[450]Cento milioni in pale, zappe e picconi.
      Cento mila ducati in polvere e palle.
      Dieci mila ducati in guanti profumati per preservare i soldati dal puzzo dei cadaveri dei nemici stesi sul campo di battaglia.
      Centosettanta mila ducati per rifare campane distrutte dal continuo sonare per sempre nuove vittorie riportate sopra i nemici.
      Cinquanta mila ducati in acquavite per i soldati in una giornata di battaglia.
      Un milione e mezzo di ducati per mantenere prigionieri e feriti.
      Un milione in messe di grazia e Te Deum all'Onnipossente.
      Trecento milioni di suffragi pei morti.
      Settecento mila quattrocento novantaquattro ducati in spie e.....
      Cento milioni per la pazienza che ho mostrato ieri all'udire che il Re domandava dei conti a chi gli ha regalato un Regno.
      Questi sono i celebri conti del grande Capitano, i cui originali stanno nelle mani del Conte di Altimira.
      Uno dei conti originali con la firma autografa del gran Capitano esiste nel Museo militare di Londra, dove con gran cura vien custodito."
     
      Letto questo documento, tornai all'albergo facendo tra Consalvo di Cordova e i generali spagnuoli dei nostri tempi dei maligni raffronti, che alta ragion[451] di stato, come si dice nelle tragedie, mi vieta di riferire.


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Spagna
di Edmondo De Amicis
Barbera Firenze
1873 pagine 422

   





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