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      NOTA A QUESTA NUOVA EDIZIONE
      (1.ª edizione Treves - 1911).
     
      Edmondo De Amicis fu eccellente oratore. Quale concetto avesse della pubblica eloquenza, come sentisse quella "enorme fatica di tutte le potenze vitali", spiegò egli medesimo nelle Confessioni d'un conferenziere, che servono d'introduzione al libro intitolato Capo d'anno, pagine parlate. Quale fascino di persuasione e d'entusiasmo egli esercitasse sugli uditori, attestano tutti quelli che ebbero occasione di ascoltarlo. Dal ricco e vario vibrar della voce, dal gesto semplice, dal balenare dell'anima nella chiara onesta faccia, da tutta l'espressione della sua figura emanava la medesima virtù di simpatia, per cui ebbero e serbano tanta nobile popolarità i suoi libri. La tempra del suo ingegno e il suo gran cuore erano fatti apposta per assicurargli quella immediata corrispondenza spirituale con la moltitudine degli uditori, senza la quale ogni più dotta eloquenza è invano.
      E fu oratore di attitudini così diverse che parrebbero opposte: seppe con mirabile giustezza di modi parlare via via alle persone colte e alla plebe, alle donne, agli studenti, ai fanciulli; fu conferenziere elegante e arringatore ardente di patria e di partito; sopra tutto riuscì spontaneamente maestro dell'eloquenza men tentata dai letterati e più difficile, quella che si rivolge alle menti inesperte, al popolo privo di cultura e agitato dalle passioni politiche, ai ragazzi che cominciano appena nelle scuole a sentire la forza della parola che illumina e commuove.


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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano
1911, pagine 248

   





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