Egli fu eletto deputato del 1.º collegio di Torino il 17 luglio di quell'anno. S'era lasciato presentare candidato per obbedire al bisogno di una protesta politica del suo partito allora insorto e perseguitato. Ma rinunziò all'ufficio, e il Parlamento non udì mai la sua parola. Due giorni prima dell'elezione gli era morta la madre amatissima. E pochi mesi dopo gli morì il figlio primogenito Furio: dolore atroce che non trovò mai più conforto.
Folgorato nel capo
, lo scrittore si ritrasse nell'ombra e nel silenzio della sua casa desolata; abbandonò per sempre la vita pubblica, non accettò più di fare conferenze e discorsi; e da allora in poi fu tutto nel quotidiano solitario lavoro, col quale però il suo spirito chiuso ai richiami esterni comunicava così largamente con gli innumerevoli lettori fedeli.
In questo libro, Speranze e Glorie, edito prima dal Giannotta di Catania, il De Amicis riunì i suoi più importanti discorsi d'argomento commemorativo e sociale. Un altro simile volume, Lotte civili, raccoglie i suoi scritti polemici per il socialismo e per la pace dei popoli. Con questi due libri si determina l'azione politica dello scrittore; la quale, a riscontro della sua opera letteraria, non deve rimanere dimenticata, perchè è troppo gran parte di quella generosa vita intellettuale, a cui non mancò mai la rispettosa e affettuosa attenzione degli italiani.
Torino, aprile 1911.
DINO MANTOVANI.
I.
Per una distribuzione di premi.
ALLE ALUNNE.
Vi parlo, non perchè io pensi che non sarebbe compiuta senza le mie parole questa cara festa dedicata a voi; ma per prolungare a me di qualche momento il piacere vivissimo di vedervi.
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Speranze e glorie
Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma
di Edmondo De Amicis
F.lli Treves Editore Milano 1911
pagine 248 |
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